Mancano gli infermieri: in 5 anni persi 7.500 lavoratori del Servizio Sanitario Nazionale

La Federazione dei Collegi degli Infermieri (Ipasvi) ha analizzato la situazione italiana alla luce dei tagli, blocchi del turn over e della crisi degli ultimi anni. Il cinque anni si sono persi 7.500 infermieri, sopratutto nelle regioni in piano di rientro. Solo Campania, Lazio e Calabria, infatti, hanno perso 5.400 professionisti. E per chi rimane in corsia non ci sono aumenti di stipendio, tutt’altro: questi professionisti guadagnano in media 70 euro in meno rispetto a quanto prendevano cinque anni fa.

La mancanza di personale infermieristico impatta anche sul rapporto tra medici e infermieri all’interno dei reparti che dovrebbe essere di 1 a 3. Purtroppo nelle regioni in piano di rientro questo rapporto si assottiglia, arrivando ad essere di uno a due, con conseguenze immaginabili sulla qualità del servizio erogato e sullo stress a cui è sottoposto il poco personale in corsia. Situazione che ci allontana ancor di più dagli standard europei, che impongono che il personale sanitario osservi turni di riposo più lunghi. Gli standard EU renderebbero necessaria l’assunzione di 17.000 infermieri.

In tutto questo, l’attenzione deve essere rivolta in primo luogo alla salute dei pazienti. La carenza cronica di personale influisce direttamente sul tasso di mortalità in corsia. L’Ipasvi dichiara che: “Studi internazionali indicano che se i pazienti per infermiere scendono numericamente da 10 a 6, la mortalità si riduce del 20%: in Italia la proporzione media nazionale è di 12 pazienti per infermiere e se alcune Regioni, poche ce la fanno a scendere anche se di poco sotto i 10, ce ne sono altre, ancora tra quelle in piano di rientro che di più scontano il blocco del turn over e la carenza di personale, dove si arriva anche a 18 pazienti per infermiere”.

Questi dati dovrebbero bastare a “svegliare” il legislatore e le Regioni, su una situazione che compromette la salute dei cittadini in modo importante. La Federazione  suggerisce l’assunzione di giovani infermieri e facilitare la mobilità tra le Regioni, in modo da abbassare l’età media del personale infermieristico italiano che si sta alzando sempre di più, a fronte di una professione che impone ritmi e stress fisici non indifferenti. [da La Repubblica]

In tutto questo il settore privato esercita un ruolo chiave nel garantire assistenza ai malati. Pas Welfare offre assistenza infermieristica domiciliare, sia per prestazioni singole, sia per percorsi di cura continuati. Contattaci e sapremo proporti la soluzione più adatta alle tue esigenze.